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GLI AMICI RITROVATI…

amiciDifficile stabilire quanti siano gli amici che possa avere una figura come suor Chiara. Impossibile immaginarseli tutti, ma niente affatto arduo poterne condividere lo spirito  quando un gruppo di questi decidono di ritrovarsi per fare memoria dell’amica scomparsa.  Dopo un mese dalla morte di Chiara, il vento della primavera che ha accompagnato nel transito l’anima dell’eremita-pastora, ha lasciato il passo al più pacato e dolce  profumo delle ginestre fiorite Così si è mostrato il Cerbaiolo il 13 giugno 2010, giorno di S.Antonio da Padova, quando famigliari e amici toscani, umbri, veneti, romagnoli e tedeschi si sono dati appuntamento all’eremo. Giovani e anziani, gente di mezza età, mamme e nonne, compreso l’eremita francescano della Verna, mossi da un'unica volontà: ricordare colei che ci ha lasciati. Sembrava più che simbolico quel dolce aroma di fiori nell’aria, chiamato a mitigare il senso comune di vuoto che si respirava non appena entrati nell’eremo. Una messa nella piccola chiesa  posta sul “colle che guarda l’infinito”, alcuni discorsi spontanei hanno anticipato il momento della condivisione terrena: il lauto pranzetto –preparato da volontari- nell’antico refettorio monastico. Semplicità e bontà sono sembrati inscindibili per questo clima di mestizia, fattosi poi festoso. Qualche occhio lucido, ma soprattutto tanti ricordi che evocavano fatti e parole vissuti da ogni partecipante dentro quelle mura. Un racconto che si è fatto collettivo, dopo che molti dei convenuti hanno voluto esternare quale fosse il loro legame con Chiara e il Cerbaiolo. Parole sussurrate e ascoltate con una dolcezza commovente come quelle, della sorella di Chiara, Elvira e del fratello Antonio, dell’amica Pinuccia, di Francesca, della giovane Vera e poi ancora Gianluca, Giampiero, Ermes, David, Maria Grazia e i bambini Nicola, Rachele, ecc. Tutti “amici del Cerbaiolo” che manco si conoscevano tra loro, anche se l’impressione era ben altra.  Ognuno con un suo pezzo di storia, che è servito a comporre un mosaico di emozioni. E mentre gli amici si raccontavano, l’eremita del Cerbaiolo sembrava rilasciare il suo penetrante profumo di ginestre. Chiara ora non parla più, ma sembrava voler fare sentire il suo intenso profumo. E’ cercando nell’aria che qui si percepisce ancora la sua presenza dentro le mura del piccolo eremo. Tutto si poteva dire, meno che questo fosse un incontro casuale. Chi ha convocato tanti amici è perché aveva ancora –forse- un ultimo desiderio, manifestatosi in quella fraternità che non ha prezzo e come in questo caso “parole” per saperla descrivere a pieno. Alla fine una preghiera semplice, con gli invitati attorno al tavolo stretti per mano è stato il migliore saluto a Chiara: “Non un saluto –hanno poi spiegato alcuni-, ma solo un arrivederci…”. 

La storia del Cerbaiolo però non finisce qua. Francesco, figura minuta e già rodata nello spirito eremitico, sembra essere il nuovo “inquilino” dell’eremo. A lui sembra spettare l’eredità di Chiara, che necessita ora solo di tempo per essere raccolta del tutto.

Ma questa è un’altra storia, appena iniziata…