<%@LANGUAGE="JAVASCRIPT" CODEPAGE="65001"%> Suor Chiara - L'Ultimo Saluto

 

IL PRIMO E ULTIMO SALUTO

ymmCosì si congedata un’eremita: con un primo saluto per essere entrata nell’eternità. Ed un ultimo addio per aver lasciato questa terra. Non si vede facilmente (almeno in Italia) un funerale dove la salma arriva su un carretto trainato da un moderno asino (trattore). Immagine d’altri tempi. Una scena non nuova da queste parti, vista la posizione isolata dell’eremo del Cerbaiolo. Così anche il funerale di suor Chiara, svoltosi nel pomeriggio lunedì 3 maggio 2010, ha calcato lo stesso spirito e ritualità. Era primavera, ma quel dì anche il sole pareva intimidito. La bara è arrivata da Firenze lungo la superstrada, ma l’ultima salita al Cerbaiolo ha dovuto rispettare l’asperità del luogo. Le macchine lasciate ai piè dell’eremo, con l’ultimo strappo da fare a piedi. La piccola folla di amici e parenti spuntavano qua e là tra gli alberi. L’ultimo passo prima della salita, per suor Chiara è il passaggio dal carro funebre al carro del fieno. Quante volte lei è venuta a prendere fin quaggiù il fieno per le sue capre. Oggi invece, è lei ad essere trasportata. gtrChissà se in vita lei si sarebbe immaginato tutto questo? La risposta come testimone è sì! Suor Chiara aveva voluto che fosse così il gesto di pietà per lei. Questo sarebbe stato l’ultimo viaggio dell’anziana eremita: un ritorno alla sua casa, ma stavolta per sempre.

L’incedere è rotto solo dal rumore del moderno trattore. Le pietre del sentiero ostacolano l’avanzata, come se volessero rallentare quel momento. L’atmosfera intorno è più autunnale che primaverile, mentre il vento porta di tanto in tanto l’eco di qualche parola sussurrata di chi sta pregando. Non è un calvario questo, hdfper Chiara non lo è mai stato. E’ solo l’esperienza di un cammino che chiede fiato, per poi giungere alla meta e poter da qui ristorare il corpo e lo sguardo. Le gesta erano intrise di un misto tra modernità e antichità.

 

Le mani sulla bara degli amici, come se volessero dare un’ultima spinta all’eremita per arrivare finalmente a casa. La sua amata chiesa era piena di persone. Anche i suoi gatti l’attendevano. Le capre facevano sentire i loro belati, nascoste dietro lo sperone di roccia. Il ritorno dell’ultima eremita del Cerbaiolo era completato. Lei, sasso tra questi sassi, era entrata in quel silenzio animato. Frati e parroci l’hanno benedetta. Così come ha tentato di fare per ultimo questa poesia, al termine dell'umile cerimonia

PAROLE IN SPIRITO: A CHIARA ANIMO GENTILE
di Antonio Gregolin

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Penso al tuo ultimo volo
Spiccato dalla rupe che eguaglia il piccolo campanile
Fin sopra i tetti di quel piccolo mondo che sprigiona solitudine amica
Il tuo volteggiare radente, farsi slanciato.

Il fruscio di quel volare turba la quiete “beata”
Delle tue caprette, all’ombra di sambuchi e querce.
Pastora orante che vai verso i pascoli eterni
Come “pecorella” che s’avvicina al suo Signore.

Nobile anima che ha transumato su questa terra,
Da cui ti stacchi sul fare della primavera con identica dolcezza.

Si spalanchino le porte dei cieli sotto la forza del tuo ultimo volo.
Tu, che hai sciolto le ali da sotto le pietre
Ora sei laddove il tuo pensiero ha già solcato tutti i possibili sentieri.

Abbandonando questo nido d’aquila
Confinato tra le rocce del Cerbaiolo,
Quel vuoto si riempia di ricordi che,
Come semi sparsi dal vento,
Fanno nascere foreste.

Nella fiorita solitudine che in te ha portato frutto
L’eremo resti lo scrigno del tuo spirito
pieno di quella beatitudine cui ognuno anela.

 

 

sdfgIL RITORNO ALLA TERRA

Tutto torna alla terra. Da quassù, il piccolo cimitero monastico del Cerbaiolo è quasi fagocitato dal bosco. A dividerlo c’è solo un piccolo muricciolo con una piccola cappella, dove tra i fiori spontanei spuntano le croci di quanti hanno vissuto in questo eremo. L’ho sentita ripeterlo più volte da suor Chiara, indicandomi il piccolo camposanto, che quella sarebbe stata la sua casa eterna. Ci credevo allora, ci credo ancor più oggi. La “piccola porta” scavata sulla terra ha accolto le spoglie mortali di suor Chiara. Qualche inevitabile lacrima nostra, gli avrà forse strappato un ultimo sorriso: “Non merito tutto questo…” avrebbe rimbrottato lei. E’ l’ultimo gesto pietoso fu quello dell'umida terra che ricadeva come sigillo sul suo corpo. La avvolgeva come se volesse esserne gelosa. Perché no! Suor Chiara del Cerbaiolo è vissuta in questa terra. L’ha santificata e onorata ed anche quando l’accompagnai nel suo ultimo viaggio verso l’ospedale, ebbe la forza di ripetermi: “Tornerò…”. Così è stato, ma per sempre. Piccola grande eremita-pastora .

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